SIM-PATIA (1999-2024) – 25 ANNI DI ATTIVITÀ E DI INSEGNAMENTI
Nel 1989 un gruppo di amici decide di attivarsi per realizzare un luogo di soggiorno per soggetti adulti con gravi disabilità. E’ allora che ha preso il via Sim-patia che, dopo aver adeguato gli obbiettivi del progetto al contesto normativo regionale, ha iniziato operare nel 1999.
Con quest’anno, dunque, sono 25 gli anni di attività di Sim-patia. Molti servizi a favore di soggetti privati della loro autonomia hanno preso vita con un impatto significativo sul territorio ma, pensiamo, anche sulla cultura e sul modo di intendere e promuovere la cura e i servizi per la disabilità.
Nei 25 anni trascorsi abbiamo imparato moltissimo e vorremmo cogliere questa occasione per farvene parte.
Il primo insegnamento è che non appena è messa a fuoco l’idea e consolidato il gruppo dei volonterosi, bisogna iniziare. A rischio di partire con il piede sbagliato, il solo gesto di iniziare conferisce concretezza all’idea e obbliga a confrontarsi con la realtà. I fondatori, infatti, acquistano l’immobile Sympathy grazie alla raccolta fondi promossa dal quotidiano la Provincia. Io non ero ancora rientrato da Roma dove risiedevo con la famiglia e dove mio figlio aveva subito un incidente gravissimo e fatale per la sua autonomia. Al rientro a Como, il gruppo dei fondatori di Sim-patia mi sollecita a far parte dell’iniziativa. Resisto perchè ancora confuso e profondamente turbato da quanto era successo, ma presto mi rendo conto che se potevo assicurare a mio figlio le cure e l’assistenza di cui aveva bisogno nella nostra casa, la maggior parte di situazioni analoghe a quella capitata alla nostra famiglia avrebbero testimoniato oltre al grande dolore anche tutte le conseguenze di mancanza di spazi attrezzati e assistenza di base e specialistica necessaria per far fronte in modo appropriato a tali accadimenti. Quante famiglie implose o frammentate o stravolte abbiamo incontrato in questo quarto di secolo. Ho quindi aderito e iniziato a far parte del gruppo.
Il secondo insegnamento di cui abbiamo fatto tesoro e che abbiamo sempre tenuto come rotta irrinunciabile è che una iniziativa che si occupi di un tema così delicato, come la disabilità grave, deve necessariamente cooperare con il Settore Pubblico per garantire continuità, risorse e sicurezza. Lo abbiamo fatto fin dall’inizio quando il progetto è stato adattato a quanto prevedeva il Piano Socio Sanitario della Regione Lombardia e di conseguenza ha potuto usufruire delle risorse indispensabili alla realizzazione del primo nucleo e all’avvio delle attività con l’accreditamento della Regione.
Inoltre, per offrire servizi di qualità bisogna disporre di operatori di qualità. Ma prima è essenziale avere la visione di cosa si vuole proporre. Gli ospiti di Sim-patia desiderano l’ “autonomia” e sanno che dovranno ritrovare nelle abilità residue lo spazio che riusciranno a riconquistare. Il nostro claim, sotto il logo di Sim-patia » è «abili a vivere» in opposizione alla parola disabili, è la loro ambizione e il loro obbiettivo. Tutti a Sim-patia, operatori e gestori, sanno che questa è la missione e che bisogna viverla con intensità e passione. Fa una grande differenza quando si entra in una organizzazione che ha chiara la sua missione. La si percepisce da subito. Ogni ospite è diverso, i bisogni sono diversi, le aspettative diverse. Si parte da lì e si costruisce la risposta. Ma questo è possibile solo se tutti sono consapevoli che il percorso è questo e non altri.
Un altro insegnamento. Non succede al primo colpo ma è essenziale incontrare le persone giuste. E questa fortuna, o questa attrazione, Sim-patia l’ha avuta. Con Irma Missaglia, che ora, dopo 20 anni di direzione di Sim-patia, mi ha succeduto alla presidenza. Creatività, empatia, fascino, capacità e gusto per le sfide importanti. A questo punto lascio a lei descrivere cosa ha ha imparato in questi anni fecondi.
Sono entrata in simpatia nel 2002 in punta di piedi, consapevole che al di là della gestione di una residenza sanitaria, le persone che lì abitavano con tutti i limiti di una vita interrotta, ascoltandole, mi avrebbero indicato le scelte giuste per raggiungere una qualità di vita migliore.
La prima cosa che ho imparato è il valore della vita che ognuno in vari modi esprime: vivono intensamente anche briciole di vita che il destino ha lasciato. Da loro ho imparato che cos’è la resilienza: questa forza e capacità di cogliere e aggrapparsi ad ogni aiuto fisico, cognitivo, tecnologico pur di affrontare e superare la loro difficile vita. Mi insegnano a mettere in atto ogni giorno una sfida per superare limiti e difficoltà.
Quando la vita ti presenta un conto così alto come quello di perdere parti del tuo corpo, del tuo lavoro, alcune volte della tua famiglia e degli amici, le persone ti chiedono di non spegnere la speranza di rimettere in gioco le abilità residue per riacquistare ogni autonomia possibile. Mi hanno insegnato a vedere ognuno di loro come singola persona, a prendermi cura di loro ogni giorno in qualsiasi servizio siano inseriti, nei percorsi di cura che negli anni Sim-patia ha sviluppato perché ognuno di loro potesse star bene e si sentisse veramente “abile a vivere.“
Un messaggio concreto mi è stato consegnato da una persona che alla conclusione del suo percorso da Sim-patia per riprendere la sua vita autonoma, racchiude tutto il senso e l’insegnamento che vivono tutti coloro che a Sim-patia operano perché la sua missione continui oggi è in futuro:
“Grazie per avermi ridato dignità, autonomia è libertà.”
25 anni preziosi, quindi, su cui proseguire nella costruzione del futuro di Sim-patia. Con i piedi per terra e lo sguardo ampio.
Con gratitudine!
Gerolamo Saibene, Presidente onorario
Irma Missaglia, Presidente